Quante volte
abbiamo lamentato lo sfiatamento della produzione cinematografica orrorifica?
Idee formali
sfruttate fino a diventare lise e fragilissime (sospiro assicurato ogni volta
che leggiamo POV), sequel, prequel, spin-off, riadattamenti, ritorni dall’oltretomba
che toccherà riqualificare persino il cimitero di Pet Sematary.
In questo contesto capita che siano prodotte e realizzate pellicole in grado di farci tornare in pace col genere, originali nelle idee, nelle scelte formali e con un sano rapporto nei confronti dei classici. È successo con It Follows del giovane e brillante regista americano David Robert Mitchell (The Myth of the American Sleepover) che ha trovato subito il suo posto nella migliore tradizione dell’horror e del thrilling.
In questo contesto capita che siano prodotte e realizzate pellicole in grado di farci tornare in pace col genere, originali nelle idee, nelle scelte formali e con un sano rapporto nei confronti dei classici. È successo con It Follows del giovane e brillante regista americano David Robert Mitchell (The Myth of the American Sleepover) che ha trovato subito il suo posto nella migliore tradizione dell’horror e del thrilling.
Ambientato
a Detroit, nella zona suburbana, It
Follows segue le vicende di Jay Height (Maika Monroe, chiaramente la
migliore scream queen indie),
studentessa dalla famiglia incasinata che, dopo aver fatto l’amore con lo
strano forte Hugh (ricordiamoci di non uscire con gente
che pensa di essere seguita da figure che noi non riusciamo a vedere), si
ritrova a essere perseguitata da un’entità in grado di seguirla (lentamente ma
con incrollabile costanza) ovunque, con il dichiarato intento di farle del
male.
Per Jay e i suoi amici -
una famiglia customizzata nata nella zona suburbana di Detroit - confrontare la maledizione/minaccia diventa metafora del passaggio all’età adulta, dei primi
confronti con la sessualità, caratterizzata dallo sguardo malinconico e ancora
struggente rivolto all’infanzia, alle sue dolcezze segrete e forse perdute per
sempre, ai traumi che nessun bagno in piscina potrà mai lavare via.
David
Robert Mitchell mutua il legame fra sessualità e horror dagli slasher movie, dove la follia omicida si
scatenava a contatto coi pruriginosi desideri di un gruppo di adolescenti,
donandogli caratteristiche virali che furono già di David Cronenberg. It Follows fa propria anche la
tensione data da una minaccia lenta e inesorabile tipica del cinema di George A.
Romero (Gli zombie di zio George saranno i primi a venirvi in mente dopo aver visto per la prima volta «it» ) e di John Carpenter (ricordate le passeggiate al crepuscolo
nella zona suburbana di Jamie Lee Curtis in Halloween
- La notte delle streghe?).
It Follows è in grado di conquistare sia gli
amanti del genere (per cui è già feticcio) sia di esulare dai confini dell’horror
per porsi come esempio di cinema tensivo contemporaneo. Pensiamo all’uso che David
Robert Mitchell fa del grandangolo: la tensione aumenta nel tempo e si manterrà
sempre altissima se siamo costretti a osservare le scene con prospettiva e profondità
aumentate. La minaccia che muove verso Jay può arrivare da
qualsiasi punto dell’ampia inquadratura e non passerà molto tempo prima che lo
spettatore finisca per osservarne nevrotico ogni punto in cerca del benché minimo
movimento, soprattutto quando la nostra protagonista sarà di spalle.
Come in Solo gli amanti sopravvivono anche qui
la scelta di ambientare le vicende a Detroit non è casuale. La città in cui è
più visibile il segno della crisi economica è demarcata nei discorsi
dei ragazzi di It Follows, cui è
vietato avventurarsi oltre il confine della periferia, decaduta rapidamente
dopo il crollo economico del 2008. Detroit diventa ancora una volta
rappresentazione della minaccia ignota che può abbattersi su chiunque, in
qualunque momento. Allo stesso tempo
l’estetica del vicinato e dell’alienazione suburbana vive ancora una volta attraverso
lo sguardo dei ragazzi che tentano di crescervi, provando a sfuggire all’appiattimento
di una vita priva di stimoli e per
questo assai pericolosa.
Il culto
nei confronti di It Follows ha ormai
superato le attese del suo regista e di quella vecchia volpe del suo produttore
Harvey Weinstein. La mitologia del film è alimentata da un fandom sempre più ampio nonché dalla recente tenzone fra il giovane Mitchell e Quentin Tarantino. Neanche a dirlo è in programma un sequel della
pellicola che pare svelerà le origini della polimorfa creatura stalker che
ossessiona Jay e i suoi amici.
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