sabato 27 settembre 2014

POMPEI di Toni Alfano (2014)

Un viaggio etereo, surreale, assai doloroso perché diretto e sincero, quello costruito da Toni Alfano nella sua prima graphic novel dal titolo metaforico Pompei. Già autore di tutte le copertine di Neo. Edizioni, Alfano libera dalla campagna senese, dove vive e lavora, un rosario di immagini che amplificano una narrazione allo stesso tempo intima ed ecumenica, un racconto in cui ritrovarci tutti e che rivela la sua natura nella metafora scelta da Alfano per il titolo, quella Pompei «disintegrata dalla forza della natura, dissolta nella materia e consegnata al mito senza tempo. Così come le nostre vite, le nostre relazioni, i nostri ruoli sono solo frutto di identificazioni, illusioni, destinate a essere riassorbite nella forza che le ha generate: un sogno».
Il tratto di Toni Alfano, in Pompei, ha cinque diverse materializzazioni per rappresentare cinque diversi passaggi del percorso-racconto allestito. Lo fa attraverso l’uso del colore rosso, piuttosto che del chiaroscuro, dell’illustrazione rimaneggiata e consegnata al lettore come manifestazione simbolica di grande potenza visiva. 

Nel primo capitolo «Io non esisto» Alfano commistiona l’illustrazione orientale con la propagandistica occidentale e il cartoon su un sostrato costituito dall’immaginario europeo. Il primo passo è lapidare e distruggere l’illusione della everyday life che ci ottunde i sensi allontanandoci dai nostri reali desideri e aspettative. Nel secondo capitolo «Transumanar Riorganizzar» Toni Alfano usa il tratto naïf che diventa primo legame con la memoria, col ricordo, col tratto schizzato su una pagina di taccuino di cui non siamo più in grado di ricordare la provenienza. Nel terzo capitolo «Onironautica», i contrasti si fanno più netti e il tratto più semplice, le immagini e le manifestazioni più oscure. Stiamo abbandonando le sovrastrutture e le catene del reale, possiamo volare, correre verso i fantasmi del passato e farci tremare le ginocchia, rivedere il volto della madre e perderci in un amplesso surreale con l’ultima delle manifestazioni, alla fine del tunnel più oscuro. Nel quarto capitolo «Zeppelin» ritorniamo al contesto iniziale, torna il colore rosso che qui evidenzia figure cinesi, le illustrazioni che si contorcono sulla pagina rivolgendosi direttamente al lettore fino all’incontro finale tra la parte manifesta e la parte non manifesta del sé, nell’ultimo capitolo «Molok. La sorgente».

Con Pompei, opera rivelatrice ed evocativa il fumetto si dimostra una volta di più all’altezza della rappresentazione del contemporaneo.

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