domenica 15 settembre 2013

District 9 di Neill Blomkamp (2009)


Amo quando prendono forma pellicole come District 9, primo lungometraggio di Neill Blomkamp (oggi nei cinema con Elysium) che trasla in un contesto sci-fi il tema dell’apartheid, del razzismo e della xenofobia.
Il lavoro di Blomkamp nel creare la sua storia mutante cominciò qualche anno prima, con la produzione di un cortometraggio di soli sei minuti Alive in Joburg, dal quale grazie all'incontro con Peter Jackson si svilupperà District 9: è il 1982 e un’enorme astronave si è posizionata sulla città di Johannesburg senza dare alcun segno di vita. La motivazione è presto scoperta: gli alieni ribattezzati in maniera spregiativa dai terresti "gamberoni" hanno perso il modulo di comando dell’astronave e non riescono a ripartire. Allo sbando, sporchi, spossati e denutriti gli alieni vengono condotti in salvo sulla terraferma. Negli anni la convivenza fra questi e gli umani si fa sempre più difficile fino a quando i "gamberoni" vengono segregati nel District 9 del titolo (che richiama il reale District Six di Città del Capo) in regime di apartheid.
Dopo varie contestazioni da parte degli abitanti di Johannesburg per via delle continue rivolte degli esseri alieni che non accettano di essere rinchiusi nello spazio a loro riservato, il governo sudafricano decide di spostarli in una zona franca a 240 km dalla metropoli: un vero e proprio campo di concentramento. Da questo momento partono le vicende di Wikus Van De Merwe funzionario della multinazionale NMU addetta al trasporto degli alieni nella nuova zona franca. Il nostro è un omuncolo mellifluo e povero di spirito, davvero poco umano nel confrontarsi con la comunità aliena da lui trattata in maniera spregiativa e derisoria. Come ne La mosca di David Cronenberg sarà un incidente a squarciare la vicenda, ribaltandone i connotati. Un processo che trasformerà gradualmente Wikus in uno degli alieni.
Mentre il DNA di Wikus si fonde e si stabilizza con quello dei gamberoni questi riscoprirà gradualmente la sua umanità grazie anche al confronto con gli orribili esperimenti segreti della NMU compiuti sugli alieni. Mentre il suo corpo umano si deteriora lasciando spazio alla materia organica aliena Wikus ritroverà i propri sentimenti per la moglie (finora data per scontata), la tolleranza, la solidarietà, fino al doloroso climax finale.
La pellicola è stata girata con inserti mockumentary (sopratutto nella prima e ultima parte) in cui politologi e sociologi parlano degli eventi riguardanti Wikus, dell'apartheid a cui si alternano riprese ufficiali della NMU sullo sfollamento del District 9 e servizi da reportagismo televisivo.

Grazie alla creatività di Blomkamp nel rielaborare stilemi sociali e culturali, alla magistrale interpretazione di Sharlto Copley (sudafricano già produttore e regista) e agli effetti speciali della WETA il film ha ottenuto ben quattro nomination agli Oscar e un notevole successo al botteghino tanto da far balenare a Blomkamp l’idea di un sequel… proprio come per La mosca di Cronenberg.


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